sábado, 30 de abril de 2011

Ipottesi alternative dal progetto generate dalla schacchiera

Opzione 1:


In quanto riguarda alle sequenze spaziali, vengono molto condizionate per i limiti del loto e le edificazioni esistenti che lo circondono,comminciamo per una facciata-schermo che limita il loto dopo di che segue una sequenza di spazi aperti (i chiostri) collegati tra loro tra spazi esterni ma coperti circondando a questa sequenza abbiamo sempre spazi coperti.



Con rispetto al ambiente circostante, lo schermo aiuta vuoi a seguire con la linea di facciata della strada, vuoi a essere la parte representativa della attuazione, come richiamo per tutti i vicini di quello che succede dentro. Anche il progetto riguarda a attuare nell' altra parte della strada, nel parco con la zona dedicata all' oratoria.

Con rispetto al funzionamiento delle attività, nei chiostri si svolgerano attività dello scambio all' aria aperta, altre tipo workshop si svolgerano sempre nelle aule chiuse, che possono essere pute utilizzate in condizioni meteorologiche sfavorevoli.


In quanto riguarda al potenziale energetico, nel parco accanto la zona di oratoria ci sarano captatori di aria che aprofitano dei venti estivi, questi si raffredono sotosuolo ed escono per i chiostri per aituare alla ventilazione dell'altra parte, visto che sta nella sua maggior parte soto il livello del suolo. Anche lo schermo della facciata in realtà ha dei filtri che permettono l'ingreso dell aria. La facciata sarà inclinata per guarantire il risparmio energetico.


Opzione 2:


In quanto riguarda alle sequenze spaziali, sempre condizionate per i limiti del loto e le edificazioni esistenti che lo circondono,comminciamo per una facciata non chiuso lasciando in questo caso un chiostro aperto dirittamente alla strada, dopo di che segue una sequenza di spazi aperti (i chiostri) collegati tra loro tra spazi esterni ma coperti, e intorno a questi gli spazi chiusi.
In questa ipotesi le dimensioni dei chiostri sono minori, dovuto alla presenza del gran chiostro d'ingreso.




Con rispetto al ambiente circostante,  la linea di facciata della strada si apre per dare continuità tra lo spazio della strada e lo spazio interno del loto. In questa oscassione, la parte representativa della attuazione ha meno forza con rispetto al progetto precedente, alzandosi nel limite del loto, perche construendo in alteza all'interno del loto a causa della vicinenza delle edificazioni avremo problemi.  Anche il progetto riguarda attuare nell' altra parte della strada, nel parco con la zona dedicata all' oratoria.



Con rispetto al funzionamiento delle attività, non varia con rispetto all' ipotesi anteriore. Nei chiostri si svolgerano attività dello scambio all' aria aperta, ma il chiostro d'ingreso puo essere pure utilizzato come patio di giocchi per bambini in contatto diretto con la strada. Altre attività tipo workshop si svolgerano sempre nelle aule chiuse, che possono essere pute utilizzate in condizioni meteorologiche sfavorevoli.


In quanto riguarda al potenziale energetico funzionarebbe della stesa forma che nel primo esempio, anche se la ventilazione è più diretta nel estate dovuto a la presenza del chiostro d'ingreso che favorisce l'ingreso del'aria anche se e aria calda. La facciata sarà inclinata per guarantire il risparmio energetico.

Opzione 3:

 
In quanto riguarda alle sequenze spaziali, vengono molto condizionate per i limiti del loto e le edificazioni esistenti che lo circondono,comminciamo per una facciata-schermo che limita il loto con un acceso centrale, dopo di che, ci troviamo con un gran chiostro centrale dal quale parte una sequenza di spazi aperti (i chiostri) collegati tra loro tra spazi esterni ma coperti circondando a questa sequenza abbiamo sempre spazi coperti.




Con rispetto al ambiente circostante, in questa opzione abbiamo una facciata -schermo svilupata in orizontale, che aiuta, vuoi a seguire con la linea di facciata della strada, vuoi a essere la parte representativa della attuazione, come richiamo per tutti i vicini di quello che succede dentro. Anche il progetto riguarda a attuare nell' altra parte della strada, nel parco con la zona dedicata all' oratoria.





Con rispetto al funzionamiento delle attività, e sempre lo stesso che nelle ipotesi precedenti, ma in questa opzione il chiostro principali non è così protetto come nella prima situazione nei chiostri si svolgerano attività dello scambio all' aria aperta, altre tipo workshop si svolgerano sempre nelle aule chiuse, che possono essere pute utilizzate in condizioni meteorologiche sfavorevoli.

In quanto riguarda al potenziale energetico, nel parco accanto la zona di oratoria ci sarano captatori di aria che aprofitano dei venti estivi, questi si raffredono sotosuolo ed escono per i chiostri per aituare alla ventilazione dell'altra parte, visto che sta nella sua maggior parte soto il livello del suolo, (in questo modo, abbiamo protezione con rispetto ai venti invernali). Anche lo schermo della facciata in realtà ha dei filtri che permettono l'ingreso dell aria. La facciata sarà inclinata per guarantire la protezione al soleggiamento eppure per questioni di risparmio energetico.

jueves, 28 de abril de 2011

RE_Criteri di scelta dell’opera. Il Bang dell’opera.

Criteri di scelta dell'opera. Il Bang dell'opera




La opera che è stata scelta e l'orfanatrofio di Amsterdam. Il bang potrebbe essere denominato come "chiarezza laberintica" in questo progetto di Aldo Van Eyck come in altri quanti dello steso architetto c'è presente una ricerca verso le forme primarie a cui aplicare sviluppi cellulari, avendo come orizzonte di riferimento il gioco. Aldo Van Eyck eppure conosciuto come "l'architetto dello piccolo".




Il mio Bang (" I chiostri degli skills") prende parte di questa idea. Dovuto alle picole dimensioni del mio loto , posso attuare con "l'architettura dello picollo". Nel mio Bang sarebbero chiostri aperti all'area per lo svolgimento di attività di scambio.

Questi chiostri si collegarebbero tra loro da spazi come quelli del'orfanatrofio di Amsterdam, gli spazi sono sterni ma coperti per dove si ingresarà alle aule.



Di questo modo so fa un sistema cellulare di spazi aperti-coperti di gran flessibilità con lo scopo di permetere tra elementi ritmici la libertà imprevisibile del movimento umano. Questa forma del procedere si farà tanto in orizontale come in verticale nella facciata della attuazione.

martes, 26 de abril de 2011

Analisi del Bang del Orfanatrofio di Amsterdam e Scacchiera representativa


 In questa scacchiera sono stati individuati e splossi gli elementi che compongono il Bang  del'orfanatrofio di Amsterdam.

Ci sono in giallo le celle coperte, che divetarano le aule coperte ed i workshop.

In bianco gli spazi aperti che nel suo insieme diventarano i chiostri per lo svoglimetno delle attività all'aria aperta.




Per ultimo è stato indiviudato in nero quelli spazi esterni ma coperti che collegarano i chiostri e anche proporzionarano protezione del sole e della pioggia.

Anche da questi spazi si ingresarà alle aule, rinforzando a questi spazi come nodi di collegamento tra le parti del insieme.


RE_Studio di Un 'opera: Orfanatrofio di Amsterdam

L’opera che è stata scelta in quest' ocasione è l'orfanatrofio di Amsterdam di Aldo Van Eyck , architetto di cui si parla nel  libro “Architettura e modernità”, nel capitolo 20: Nuove libertà. Più concretamente nella parte “La partecipazione”.



Resumio:

- La Partecipazione.

Negli anni 70 ci troviamo con tipi edilizi dove 
non esiste prorpio uno spazio tra la vivenda e la strada cittadina, c'è una grande mancanza di spazio pubblico...e commincia ad avere un intereso per le scale intermedie del abitare.
Di quest'intereso sorge "l'architettura della partecipazione", dove si cerca di fare agli utenti del'edificio participi dei procesi decisionali. Un bel esempio di questa partecipazione sarebbe le residenze per studenti dell' Università di Woluwé fatte per l'architetto Lucien Kroll.Vuoi gli interni, voui gli sterni non si construiscono con gli stesi materiali..si adattano agli interesi degli utenti...

 
Anche nel gruppo degli architetti del Team X sarà importante la questione della partecipazione, concretamente nel progetto di case sperimentale a Lima dove partecipano C.J. Woods e A. Van Eyck, in questo progetto sono importantisimi questione tipo l'autoconstruzione, l'adattabilità, il tessuto...insomma cercare un abitare alternativo.

Aldo Van Eyck crea il suo capolavoro in un programma che si preocupa alla solidarietà sociale
sia nella Casa della madre e del fanciullo oppure nel Orfanotrofio, entrambi due ad Amsterdam.


Anche nel ambito della ricerca della partecipazione si trova il progetto del Villagio Matteotti a Terni di Giancarlo de Carlo, dove i futuri abitanti scelgono le soluzioni che il progettista gli e offerisce.
Mano a mano la consapevolezza del ruolo delgi abitanti aumenta, e nascono movimenti di autorganizzazione che ripenserarano relazioni tra spazi privati e spazi pubblici, in questi nuovi progetti le relazioni tra le diverse sfere del vivere è promossa dai residenti e si sviluppa secondo la logica del tessuto.


Nei paesi nordici appare quello che viene chiamato in italiano la "co-residenza", uno dei sui principali architetti è Jan Gudmand-Hoyer che pubblica i un articolo dove si vedono i principi di questo movimento: l'uso collettivo di alcuni spazi e servizi del complesso, la territorialità per l'articolazione della sfera pubblica e l'organizazzione del processo poregettuale "dal basso" sendo gli abitanti quelli chi scelgono all'architetto, e controllano lo svolgimento dell'opera in tutto momento.


- Orfanatrofio di Amsterdam:

La "chiarezza labirintica"del chiamato strutturalismo olandese, che orchestra con imprevedibili libertà ritmica elementi del moimento umano, è espressa mirabilmente in un orfanotrofio di Amsterdam. Questo capolavoro, completato nel 1960, è sede di bambini in un villaggio geometrico e infinito, saggio e inaspettato allo stesso tempo. La sua bellezza emblematica proviene sia dalla ripetizione musicale delle volte, come l'insieme ha di manifesto umanista e libertario .

martes, 19 de abril de 2011

Analisi del Bang del Museo Guggenheim di New York

 In questo lavoro si è trattato di fare un analisi e una sintesi dei principi constituienti del Bang del Museo Guggenheim.

In primo termino il volume chiuso come si fosse una conchiglia, che non ci permette conoscere cosa sucede dentro dal' esterno. Questo volume è illuminato zenitalmente.

Il segondo principio è quello del percorso in spirale che sale circondando un grande vuoto centrale.


Per ultimo si è fatto vedere che  le sale di mostra che non sono atraversate per il percorso, innovando nel concetto percorso-visita. Si trovano accanto tra la spirale interna e il volume chiuso esterno.                                                                              



domingo, 17 de abril de 2011

Criteri di scelta dell’opera. Il bang dell’opera.


 Criteri di scelta dell’opera. Il bang dell’opera.

Il bang di quest’opera (Museo Guggenheim) è constituito principalmente per un percorso spirale intorno a un grande spazio centrale vuoto, che non attraversa le stanze di mostra. Questo ricco interiore illuminato zenitalmente non si percepisce dal esterno. I volumi dal esterno sono chiusi, l’edificio somiglia una conchiglia, con un schermo esterno….è dentro ha un tesoro.





In quanto riguarda alla mia idea del mio intervento ho trovato qualcuna analogía sintetica con il museo di New York, come per esempio l’idea di chiudere il fronte del loto (ma non sarà un schermo così rigido) e così fare all’ isolato diventare una gran conchiglia di quartiere, e poi dentro del loto si trova il chiostro illuminato zenitalmente, ma questa parte non si intuisce neanche dall’esterno, eppure un tesoro interiore. In cuanto riguarda ai percorsi del’intervento neanche attraverserano una sequenza di stanze, saranno esterni.





Studio di Un 'opera: Museo Guggenheim di New York

L’opera che è stata scelta è il Museo Guggenheim di New York di Frank Lloyd Wright, si trova dentro del  libro “Architettura e modernità”, nel capitolo 13: Funzioni diverse: Wright, Aalto, Gropius e Mies. Più concretamente nella parte “La funzione spazio”.

- Comenti del capitolo 13.


- La funzione spazio.


Lo sforzo di rifondazione e dei cambi di Le Corbusier eppure fatto negli Stati Uniti ma in una direzione nuova, F.L.Wright sarà l’incaricato di farlo, tra le sue griglie sul piano curvo ed ellittico e il movimento dei suoi spazi.

Wright cerca la corrispondeza tra lo spazio interno e la funzione con uno sforzo creativo e imaginativo. Nel museo newyorkese si vede il dinamismo tra gli spazi e anche è importante il concetto del percorso, ma in questo caso il percorso non attraversa le stanze, si trata di una rampa spirale di cui si parte per entrare nelle stanze della mostra. Questa spirale gira e sale intorno a un vuoto centrale illuminato zenitalmente. La forma della spirale si manifesta nel esterno del edificio come si fosse una conchiglia.


Per tutto questo l’edificio diventa un gran spazio-organo. L’obiettivo di Wright era innovare nella modalità di funzionamento (reinvenzione “spaziale”), vuoi nel aspetto construttivo (pilastri dentro la parete espostitiva che tengono la rampa a sbalzo), vuoi negli aspetti plastici (i volumi chiusi all’intorno urbano) vuoi negli aspetti dell’organizazione espositiva (come per esempio la distanza fissa da cui guardare i quadri, le ridotte dimensione etc.)




- Organigramma.


L’approccio fatto per Wright è molto diverso a quello di Gropius. Per Gropius, la corrispondenza è tra i requisiti richiesti dal programma e le soluzioni architettoniche. L’emblema di questa corrispondenza è il nuovo campus progetatto a Cambridge. Gropius crea opere solide, ottimisticamente sfocate rispetto alle domande di rifondazione.


In quanto riguarda a Alvar Aalto, questo architetto si comporta come Wright e ricerca nuove spazialità anche se lo fa “interstizialmente” rispetto al tema della funzione, eliminando qualunque schematismo di organigramma funzionale. Per esempio un’ opera sua sono i dormitori studenteschi Baker House in Cambridge.




- Il paradigma vincente.



In questa parte del capitolo appare la figura di Mies Van der Rohe, e la sua idea di creare spazi interconessi tra interno ed esterno, senza diferenziazione degli spazi (spersonalizzare gli spazi), anche si caratterizza da una attenzione al modulo dimensionale. Secondo lui il dettaglio non può susituire allo spazio quindi “Meno è più” . Nei suoi edifici non lascia la funzione dettare l’organizzazione della pianta, l’importanza è lo spazio.
Per Mies la funzione non è un altro che un dato indifferenziato e inarticolato cooe lo spazio stesso che la accoglie.

Ex tempore 13 Aprile





viernes, 8 de abril de 2011

Proposte. Descrizioni dei proggrami

Proposta A.

 Un libro aperto a tutti.


-Living 35 %
Il programma riguarda una biblioteca con aula di studio, una piccola emeroteca e bagni.
- Exchange 25%
Caffeteria, hall d'ingreso e salone di giocchi per gli anziani
- Rebuilding nature 15 %
Giardini con giocchi per bambini e banchine per i genitori
- Creating 15%
Sala di ricerca per universitari
- Infrastruturing 10%
Parcheggio per biciclette e per persone di movilità ridotta.





Proposta B.

L'arte dei vicini.

- Creating 30%
Aula di informatica, aula di artegiania, laboratorio di lingue, workshop di meccanica, aula di oratoria
- Exchange 30%
Aule polifunzionali per l'intercambio delle conoscenze, (lingue, cucire, informatica e uso delle nouve tecnologie,cucina, oratoria)
- Living 20%
Palestra
-Rebuilding Nature 10%
Giardino con orto per gli anziani e giocchi per i bambini, terraza verde nella copertura.
-Infrastruturing: 10% 
Parcheggio per biciclette e per persone di movilità ridotta.