domingo, 17 de abril de 2011

Studio di Un 'opera: Museo Guggenheim di New York

L’opera che è stata scelta è il Museo Guggenheim di New York di Frank Lloyd Wright, si trova dentro del  libro “Architettura e modernità”, nel capitolo 13: Funzioni diverse: Wright, Aalto, Gropius e Mies. Più concretamente nella parte “La funzione spazio”.

- Comenti del capitolo 13.


- La funzione spazio.


Lo sforzo di rifondazione e dei cambi di Le Corbusier eppure fatto negli Stati Uniti ma in una direzione nuova, F.L.Wright sarà l’incaricato di farlo, tra le sue griglie sul piano curvo ed ellittico e il movimento dei suoi spazi.

Wright cerca la corrispondeza tra lo spazio interno e la funzione con uno sforzo creativo e imaginativo. Nel museo newyorkese si vede il dinamismo tra gli spazi e anche è importante il concetto del percorso, ma in questo caso il percorso non attraversa le stanze, si trata di una rampa spirale di cui si parte per entrare nelle stanze della mostra. Questa spirale gira e sale intorno a un vuoto centrale illuminato zenitalmente. La forma della spirale si manifesta nel esterno del edificio come si fosse una conchiglia.


Per tutto questo l’edificio diventa un gran spazio-organo. L’obiettivo di Wright era innovare nella modalità di funzionamento (reinvenzione “spaziale”), vuoi nel aspetto construttivo (pilastri dentro la parete espostitiva che tengono la rampa a sbalzo), vuoi negli aspetti plastici (i volumi chiusi all’intorno urbano) vuoi negli aspetti dell’organizazione espositiva (come per esempio la distanza fissa da cui guardare i quadri, le ridotte dimensione etc.)




- Organigramma.


L’approccio fatto per Wright è molto diverso a quello di Gropius. Per Gropius, la corrispondenza è tra i requisiti richiesti dal programma e le soluzioni architettoniche. L’emblema di questa corrispondenza è il nuovo campus progetatto a Cambridge. Gropius crea opere solide, ottimisticamente sfocate rispetto alle domande di rifondazione.


In quanto riguarda a Alvar Aalto, questo architetto si comporta come Wright e ricerca nuove spazialità anche se lo fa “interstizialmente” rispetto al tema della funzione, eliminando qualunque schematismo di organigramma funzionale. Per esempio un’ opera sua sono i dormitori studenteschi Baker House in Cambridge.




- Il paradigma vincente.



In questa parte del capitolo appare la figura di Mies Van der Rohe, e la sua idea di creare spazi interconessi tra interno ed esterno, senza diferenziazione degli spazi (spersonalizzare gli spazi), anche si caratterizza da una attenzione al modulo dimensionale. Secondo lui il dettaglio non può susituire allo spazio quindi “Meno è più” . Nei suoi edifici non lascia la funzione dettare l’organizzazione della pianta, l’importanza è lo spazio.
Per Mies la funzione non è un altro che un dato indifferenziato e inarticolato cooe lo spazio stesso che la accoglie.

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